Compare l'ansia anticipatoria e i successivi attacchi vengono avvertiti come aventi minore intensità rispetto al primo.
Il panico è l'improvvisa comparsa di una crisi ansiosa acuta.
Sensazione di annientamento o di catastrofe imminente, paura di morire, impazzire, perdere il controllo, provocare disastri o attirare l'attenzione.
Sensazione di testa confusa, astenia marcata, derealizzazione e depersonalizzazione, sensazione di sbandamento e vertigini, difficoltà nella deambulazione.
Disturbo d'ansia e disturbo bipolare.
È una condizione descritta nel XIX secolo come reazioni psicologiche gravi e inspiegabili attribuite a danni organici, in seguito a incidenti ferroviari.
I pazienti con ansia anticipatoria possono ricevere trattamenti ipotensivi impropriamente perché è più facile che presentino ansia quando gli viene misurata la pressione. Se il panico viene trattato, possono lasciare la terapia antipertensiva.
Oltre un certo limite, l'ansia si rivela controproducente e interferisce con le prestazioni sia psichiche che motorie.
Gli attacchi di panico sono più frequenti nelle fasi iniziali e tendono a diminuire nel tempo.
Attacchi di panico sporadici, attacchi di panico senza evitamento fobico, fobia sociale secondaria, ipocondria secondaria.
Mantenimento dell'autocontrollo, interruzione delle attività svolte, fuga dal luogo o dalla situazione, raramente comportamenti incontrollati o pericolosi.
L'aspetto dominante del quadro clinico dell'ansia anticipatoria è la percezione da parte del paziente.
L'ansia è uno stato emotivo a contenuto spiacevole, associato a una condizione di allarme e di paura in assenza di un pericolo reale.
Un attacco di panico minore può presentare sintomi isolati respiratori, cardiaci, intestinali, neurologici. Può essere presente o meno la paura di morire, perdere il controllo o impazzire, e possono esserci impulsi etero- o auto-aggressivi.
Età di insorgenza, durata della malattia, comorbidità psichiatriche e internistiche, ambiente, personalità, efficacia della terapia e adesione alla terapia.
I disturbi d'ansia nel DSM-5 sono: disturbo di panico, agorafobia, disturbo d’ansia sociale (fobia sociale), fobia specifica, disturbo d'ansia generalizzato, disturbo d'ansia di separazione, mutismo selettivo, disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci e disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica.
Nausea o disturbi addominali, sensazioni di vertigine, instabilità, testa leggera o svenimento, brividi o vampate di calore, parestesie.
Derealizzazione e depersonalizzazione.
Marijuana, cocaina, amfetamine, cannabinoidi, agonisti dopaminergici e caffeina ad alte dosi.
La fobia è una risposta sproporzionata di fronte a un pericolo esistente, mentre l'ansia è un sentimento provato di fronte a un pericolo ignoto.
Disforia/depressione secondaria cronica e riduzione dell'autostima.
Nel DSM-5, le diagnosi di disturbo di panico con agorafobia, disturbo di panico senza agorafobia e agorafobia senza storia di disturbo di panico sono state sostituite da due diagnosi distinte: disturbo di panico e agorafobia.
L'ansia anticipatoria cresce progressivamente e lentamente quando l’individuo si espone a situazioni temute, fino a poter innescare un attacco di panico.
Paura di perdere il controllo, di impazzire, di morire.
Timore di avere una crisi in pubblico, limitato al mangiare, parlare o qualche altro tipo di performance.
I criteri diagnostici per un attacco di panico includono ricorrenti attacchi di panico inaspettati con comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiungono il picco in pochi minuti, accompagnati da almeno 4 dei seguenti sintomi: palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di asfissia, dolore al petto.
Viene descritto in maniera vivida, ricordato con estrema precisione e di intensità eccezionale.
L'evitamento riduce gli attacchi e l'ansia anticipatoria, ma rappresenta un handicap per la vita della persona.
Le tipologie di attacco di panico sono: spontaneo, situazionale, in 'luoghi trappola', in contesto di aspettativa ansiosa, maggiore (con 4 o più sintomi), minore/paucisintomatico (con meno di 4 sintomi).
L'ansia patologica si divide in primaria, secondaria ad altri disturbi psichiatrici, correlata all'abuso di sostanze e sintomatologica di un disturbo medico.
I criteri diagnostici dell'ansia anticipatoria includono: 1. Preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze. 2. Significativa alterazione disadattativa del comportamento correlata agli attacchi, come l’evitamento di situazioni temute.
Derealizzazione, modificazioni dell'intensità luminosa e uditiva, sensazione epigastrica di tipo aura, depersonalizzazione, sensazioni vestibolari, accelerazione del corso del pensiero, modificazione percettiva delle distanze, rallentamento della nozione del tempo.
I pazienti con ansia anticipatoria provano ansia e disagio nell'affrontare situazioni in cui si sono manifestati attacchi di panico. L'evitamento è assente solo nei pazienti con comorbidità di aspetti ipertimici.
Nei bambini, gli attacchi di panico assumono la forma di disturbi somatici come mal di pancia e mal di testa.
L'evitamento è una trappola importante nel disturbo di panico, poiché tende ad attenuare il disturbo riducendo le manifestazioni acute e l'ansia anticipatoria.
Circa il 70%.
A ciel sereno, in concomitanza ad un evento scatenante, in coincidenza con l'assunzione di sostanze.
L'ansia è un sentimento provato di fronte a un pericolo ignoto, mentre la paura è un sentimento provato di fronte a un pericolo esterno.
Un attacco di panico raggiunge l'acme in pochi minuti e dura generalmente meno di 10 minuti, mentre la risoluzione è più lenta.
Il disturbo di panico è caratterizzato da stati d'ansia acuti ad insorgenza improvvisa e di breve durata, generalmente meno di 10 minuti. Gli episodi sono associati a manifestazioni ansiose persistenti e alla paura di luoghi o situazioni difficili da fuggire o dove è difficile essere soccorsi.
Gli attacchi di panico possono essere presenti anche nella depressione e nella schizofrenia, oltre che nel disturbo di panico.
Dopo un attacco di panico, i livelli di ansia aumentano fino a una soglia che scatena l'attacco, che scompare lasciando il posto all'ansia anticipatoria, la quale tende progressivamente a ridursi.
Circa il 10%.
La durata tipica di un attacco di panico è di 5-10 minuti.
In genere, prima dell'esordio conclamato, il paziente presenta sintomi sottosoglia. Questi sintomi possono evolvere in disturbo di panico vero e proprio e rispondono in modo ottimale alla terapia per il panico.
Entro certi limiti, l'ansia è fisiologica e si accompagna a un aumento della vigilanza e dell'attenzione che prepara e predispone all'attacco o alla fuga.
L'ansia è patologica se è sproporzionata all'evento scatenante, si manifesta in assenza di motivi apparenti, si protrae nel tempo e ha intensità tale da interferire con il funzionamento.
Lo stato di allarme persistente è causato dal timore di avere un attacco di panico o sintomi di panico (fobofobia). I pazienti si sentono sempre sul filo del rasoio e sono abituati a sentirsi il polso.
L'agorafobia è la paura di luoghi affollati o spazi aperti e si sviluppa spesso nel contesto del disturbo di panico, portando all'evitamento di tali luoghi.
Andamento fasico con periodi di remissione e successive riacutizzazioni.
Ricerca compulsiva di rassicurazione da parte dei medici, paura di essere affetti da una grave malattia.
Gli ansiolitici aiutano a ridurre l'ansia anticipatoria e le manifestazioni acute del disturbo di panico, lavorando sulla sensibilità alla rassicurazione tipica di questi pazienti.
A scuola o al lavoro, incubi o pensieri ricorrenti di separazione dalla famiglia, timore della separazione per fattori climatici particolari.
Il 44%.
Sintomi cardiovascolari e sintomi respiratori.
L'instaurarsi di condotte agorafobiche.
Possono avere la sensazione di drammatizzare o amplificare i propri sintomi, essendo ipersensibili alla rassicurazione e cercando di attirare attenzione.
L'insorgenza dell'attacco di panico è diversa dall'ansia anticipatoria, che cresce progressivamente e lentamente fino a innescare un attacco di panico.
Maggiore gravità e tendenza ad associarsi con altri disturbi d’ansia o dell’umore.
Caffè, tè, spray nasali, farmaci per la tiroide, ipnoinducenti, cocaina, amfetamine, cannabinoidi.
Discussioni dei genitori durante l'infanzia, guida in autostrada con attacco di panico all'uscita dal casello.
La parte sommersa, che racchiude le manifestazioni che non arrivano alla soglia diagnostica, è la parte più consistente dal punto di vista epidemiologico.
Le situazioni agorafobiche provocano quasi sempre paura o ansia.
La paura, l’ansia o l’evitamento devono essere persistenti per 6 mesi o più.
Luoghi o situazioni in cui sia difficile uscire (come in ascensore), imbarazzante allontanarsi (come al cinema), difficile trovare aiuto (ad esempio in autostrada), o con potenziale riduzione dei livelli di ossigeno (come nei luoghi chiusi).
Paura dell’ascensore, del mare aperto, degli aerei, claustrofobia.
Il contenuto della crisi di panico dipende dalla persona e può includere aspetti come pensiero magico o paura di attirare l'attenzione, specialmente se c'è comorbidità con disturbo ossessivo o fobia sociale.
Intensa sofferenza per la fine di un legame sentimentale o di un'amicizia, difficoltà ad interrompere una psicoterapia, eccessiva sofferenza alla morte o allo smarrimento di un animale domestico, difficoltà ad accettare la morte di una persona conosciuta.
Il soggetto è ipersensibile agli effetti collaterali o allergico ai farmaci, ha timore degli psicofarmaci, legge attentamente il foglietto illustrativo e ha disagio ad assumere i farmaci.
La personalità dipendente.
Abuso di sedativi, ipnotici, ansiolitici, abuso di alcolici, sintomatologia depressiva secondaria, compromissione del funzionamento, ansia sociale secondaria.
Abuso di ansiolitici e alcolici.
Compagno accompagnatore, benzodiazepine, bottiglia d'acqua, cappello, occhiali da sole, amuleti, luce accesa in camera da letto.
Accentua i sintomi per ottenere comprensione, ricevere rassicurazione o aiuto, e non sentirsi autentici, come se si stesse recitando.
L'ipocondria.
Circa il 30%.
Tensioni familiari, superlavoro, riduzione del tempo di sonno, cambiamenti.
Peggior prognosi, maggior rischio di suicidio, minore risposta ai trattamenti.
Le donne affette da disturbo di panico scelgono il partner in base alla garanzia che non le lascerà piuttosto che in base a un reale feeling.
Ambienti medico-chirurgici, risultati degli esami, articoli di medicina, argomenti medici.
TCA (imipramina, clomipramina e desimipramina), IMAO (fenelzina, tranilcipromina), SSRI (paroxetina, citalopram, sertralina).
La prevalenza attuale del disturbo di panico nella popolazione adulta è del 2-3%, mentre la prevalenza lifetime è intorno al 12-13%.
Il disturbo di panico è più frequente nel sesso femminile, con un rapporto di 1:2 rispetto al sesso maschile.
Circa il 20%.
Un terzo dei pazienti.
I bambini vivono la patologia solo dal punto di vista somatico, ne avvertono i sintomi fisici e spesso hanno condotte di evitamento.
Fobia sociale, disturbo d'ansia generalizzato, crisi ansiosa acuta su fobia semplice, depressione o mania, disturbo della condotta alimentare, disturbi di personalità, feocromocitoma, labirintite, iper-/ipotiroidismo, astinenza da farmaci o sostanze.
Utilizzo di trasporti pubblici, trovarsi in spazi aperti, trovarsi in spazi chiusi, stare in fila o tra la folla, essere fuori casa da soli.
La ricerca di aiuto.
Le persone con agorafobia riferiscono spesso di sentirsi sole anche solo se restano sole per un'ora.
La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo posto dalla situazione agorafobica.
Alcuni sintomi fisici di un attacco di panico includono palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di asfissia e dolore al petto.
La concordanza del disturbo di panico nei gemelli monozigoti è del 30-50%.
Sintomi di panico, iperattività seguita da una fase depressiva, sensibilità allo stress tipica del disturbo di panico.
Reagisce in maniera estremamente positiva prendendosi cura della persona, ma dopo il lutto presenta un crollo.
Sintomi nucleari, atipici e subclinici; sintomi isolati, gruppi di sintomi e pattern comportamentali; sintomi residui o sequele di un pregresso disturbo conclamato; caratteristiche personologiche e temperamentali.
I quadri atipici di panico presentano sintomi diversi da quelli descritti nel DSM, mentre i quadri sottosoglia di panico non raggiungono la positività a tutti i criteri diagnostici.
Disagio per l'allontanamento dai cari o per il pensiero di esserne separato, timore di perdersi, di essere rapito.
Per la presenza di reazioni avverse notevoli e per ridurre il tasso di drop out del farmaco.
Oppressione respiratoria (cravatta, cinture di sicurezza, anelli o collane, maglioni a collo alto), dentista, parrucchiere, barbiere, nuotare ed andare sott'acqua, deglutire e vomitare, pensiero di essere sepolto vivo, difficoltà a recarsi in luoghi senza toilette disponibile, eseguire TC, RMN, EEG.
Il concetto di 'spettro' attribuisce un rilievo clinico importante non solo al disturbo conclamato, ma anche alle sue manifestazioni parziali, atipiche e attenuate, i prodromi, che possono precedere di anni e decenni la malattia conclamata, ma condizionano pesantemente la vita.
Necessità di rassicurazioni, fobia delle malattie, ipersensibilità alla separazione, fobia dei farmaci, ipersensibilità allo stress, ipersensibilità alle sostanze.
Sintomatologia depressiva secondaria, ansia sociale, ipocondria, agorafobia secondarie, depersonalizzazione e derealizzazione secondarie.
Facilita l'accettazione del farmaco, riduce l'ansia anticipatoria e acquista la fiducia del paziente.
Disturbi dell'umore, altri disturbi d'ansia, disturbo ossessivo compulsivo, disturbi della condotta alimentare, disturbo di personalità evitante o dipendente.
In situazioni che scompensano il disturbo di panico, come la maturità, il post-partum, la morte di un familiare.
Perché pensa che potrebbe essere difficile fuggire o che potrebbe non essere disponibile soccorso in caso di sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti.
Le situazioni agorafobiche vengono attivamente evitate, richiedono la presenza di un accompagnatore o vengono sopportate con paura o ansia intense.
Bisogno di essere confortato e rassicurato da amici e parenti, ricerca di aiuto dei familiari, degli amici o dei vicini, chiamare la Guardia Medica o richiedere il ricovero per sentirsi protetto.
La metà delle chiamate in guardia medica sono per attacchi di panico.
L'ansia da separazione.
Le controindicazioni principali per l'uso dei TCA includono glaucoma, ipertrofia prostatica e aritmie.
Evitare caffè, alcol, fumo di sigaretta, sostanze psicoattive, deprivazione di sonno.
I dosaggi terapeutici per fluvoxamina e sertralina sono di 100-200 mg/giorno.
Intensità della sintomatologia da moderata a grave, marcata sofferenza soggettiva, storia familiare positiva per disturbi d’ansia e dell’umore, compromissione del funzionamento socio lavorativo.
3-4 settimane.
Fuori casa da solo o lontano da casa, a casa da solo, in un luogo affollato, su un ponte, in posti chiusi (tunnel, metropolitane, treno, autobus), in un ascensore, guidare un’automobile, guidare in autostrada, spazi aperti come piazze o viali, viaggiando come passeggero in macchina o in aereo, stare in coda.
Cefalea: tumore al cervello, palpitazioni: infarto, sintomi d'ansia: schizofrenia.
Natura del disturbo, decorso, possibili complicanze, terapie necessarie.
Acido valproico.
Per dare un sollievo precoce e poi rapidamente scalate una volta raggiunto il dosaggio pieno dell'antidepressivo.
Dopo 2-3 mesi.
Numero degli attacchi di panico, attacchi situazionali o inattesi, presenza ed intensità dell'ansia anticipatoria, tipo e gravità dell'evitamento fobico, presenza di comorbidità.
Alprazolam e clonazepam.
La durata della fase di sospensione e le dosi di farmaco impiegate variano in relazione al recupero dei normali livelli di adattamento socio lavorativo del singolo paziente e alla sensibilità agli effetti collaterali del farmaco.
Il dosaggio pieno di un SSRI deve essere mantenuto per 8-12 mesi prima di considerare la riduzione del farmaco.
Clonazepam (emivita di 12-15 ore) e alprazolam (emivita di 18-50 ore).
Devono essere sospese gradualmente dopo i primi 20-40 giorni di terapia.
Benzodiazepine, antidepressivi tradizionali, antidepressivi SSRI.
Gli effetti collaterali dei TCA includono aumento di peso, difficoltà cognitive, disturbi della sfera sessuale, e sono dovuti all'antagonismo sui recettori muscarinici, alfa1-adrenergici e istaminergici.
La dose iniziale raccomandata per paroxetina, fluoxetina e citalopram è di 5-10 mg/giorno.
L'intervento può essere limitato all’approccio psico-educazionale e alla prescrizione di benzodiazepine da assumere al bisogno.
8-10 mesi, ma si tende a prolungare per il rischio di ricadute.
I dosaggi terapeutici per paroxetina, fluoxetina e citalopram sono di 20-40 mg/giorno.
La sindrome da iperstimolazione è caratterizzata da agitazione, irritabilità, tachicardia ed elevazione della quota ansiosa. Può essere prevenuta associando all'SSRI una benzodiazepina nella fase iniziale di trattamento.
Gli effetti collaterali della paroxetina includono sedazione, costipazione, disfunzioni sessuali e aumento di peso.
La sospensione del trattamento si effettua gradualmente in 3-6 mesi, dopo 6-8 mesi di completo benessere.
Gli antidepressivi SSRI di prima scelta includono paroxetina, sertralina, citalopram, escitalopram, fluoxetina e fluvoxamina.
Farmaci a emivita lunga, come il delorazepam (EN).
Inizio con 10-25 mg/giorno, aumento di 25 mg ogni 2-3 giorni fino a 150-200 mg/giorno.
I TCA sono considerati di seconda scelta a causa della loro minore tollerabilità e sicurezza rispetto agli SSRI.
Efficaci sin dai primi giorni di terapia, bloccano gli episodi critici, agiscono sull'ansia anticipatoria e hanno scarsi effetti collaterali.
Elevato rischio di dipendenza e sindrome d’astinenza.
La dose iniziale raccomandata per fluvoxamina e sertralina è di 25 mg/giorno.
I farmaci anticonvulsivanti utilizzati nel trattamento del disturbo di panico includono valproato, carbamazepina, oxcarbazepina e gabapentin.
Perché i barbiturici potevano portare a morte il paziente per depressione respiratoria.
Imipramina e clomipramina.